Ambiente / Il caso

Valsugana, la fabbrica di plastica inquinava, malori fra gli operai della zona e vasti sversamenti nelle rogge

Dagli svenimenti per odori ed esalazioni, è partita l’indagine: una bomba chimica di ampie dimensioni, ora tutto finisce alla Procura.  «L'attività non si è mai fermata - evidenzia la polizia locale della Bassa Valsugana e Tesino - ma l'intervento, avvenuto grazie alla preziosa collaborazione dei cittadini, ha permesso di fermare e ridurre un inquinamento ambientale di grandi dimensioni»

VALSUGANA. A causa delle esalazioni e dei forti odori, tre operai si erano sentiti male. Colpa delle polveri e delle plastiche riconducibili alla produzione di una azienda, vicina al luogo in cui stavano lavorando: immediato l'avvio di un'indagine da parte della polizia locale della Bassa Valsugana e Tesino.

Individuata la ditta responsabile dell'episodio - una azienda che produce materiali plastici - sono stati effettuati accertamenti approfonditi: rilevate diverse violazioni amministrative e penali, con una linea di produzione che è stata addirittura fermata fino al ripristino delle necessarie condizioni di sicurezza per la salute pubblica e delle persone che lavorano in quell'ambiente.

È partito dunque un procedimento penale, con la denuncia all'autorità giudiziaria del responsabile dell'azienda.

L'allarme ambientale. Era la primavera del 2022. La polizia locale era intervenuta dopo la segnalazione di un improvviso malore che aveva colto alcune persone, nei pressi di una azienda della Bassa Valsugana che produce materiali plastici. «Aperti i pozzetti delle acque è stata appurata la presenza di una notevole quantità di polveri bianche» spiega la responsabile della polizia locale, Arianna Tamburini.

Immediata la segnalazione all'Appa, l'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente, e all'Uopsal, l'Unità operativa dell'azienda sanitaria per la salute dei lavoratori. È stato effettuato un sopralluogo all'interno dello stabilimento, ma anche all'esterno e nei campi adiacenti: «Ovunque è stata riscontrata la presenza di polveri e plastiche, persino nelle rogge presenti in zona» ha osservato la polizia locale nella relazione.

Hanno partecipato al sopralluogo anche i vigili del fuoco del corpo permanente e l'ufficiale sanitario, riscontrando violazioni in merito alla sicurezza negli ambienti di lavoro e alla salute delle persone.

Le violazioni contestate. L'azienda produce e commercializza materiali plastici; all'interno dello stabilimento vengono utilizzate sostanze chimiche. Naturalmente ci sono dei protocolli da osservare oltre che leggi ben precise che riguardano la tutela della salute. La polizia locale ha invece riscontrato numerose violazioni, dal deposito incontrollato di sostanze pericolose alla miscelazione di rifiuti, dal getto di sostanze pericolose nell'ambiente alla modifica sostanziale dello stabilimento senza autorizzazione.

Nella relazione inviata all'autorità giudiziaria è stato sottolineato che all'interno dell'azienda «non sono state adottate misure idonee per garantire la sicurezza degli operai sul posto di lavoro, sono mancati i controlli periodici ai macchinari ed è stato trovato un sistema antincendi inadeguato rispetto al tipo di lavorazione».

Mesi di indagini. La polizia locale, in collaborazione con Appa e Uopsal, ha proseguito per mesi gli accertamenti. Una linea produttiva fino è stata sospesa fino al completo ripristino della sicurezza ambientale. «L'attività non si è mai fermata - evidenzia la polizia locale della Bassa Valsugana e Tesino - ma l'intervento, avvenuto grazie alla preziosa collaborazione dei cittadini, ha permesso di fermare e ridurre un inquinamento ambientale di grandi dimensioni».

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