Comunità, assemblee tagliate Comuni assieme per obbligo

Una rivoluzione per le Comunità di valle e i comuni trentini. Ieri il presidente della Provincia Ugo Rossi e l'assessore Carlo Daldoss hanno incontrato la maggioranza: è stato compiuto un passo in avanti verso una riforma condivisa. Le novità non mancano, ad iniziare da un taglio vigoroso al numero dei componenti delle assemblee delle Comunità, che tra l'altro non passeranno più dalle elezioni. Un esempio: le Giudicarie si ridurranno da 99 membri a 24. Comuni: gestioni associate obbligatorie sotto i 3.000 abitanti e incentivi solo alle fusioniI tuoi commenti

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Via le Comunità di Valle? «Assolutamente no»

Cancellare le Comunità di valle? Tornare indietro? Macché. Per il presidente della Provincia Ugo Rossi la proposta avanzata dall'assessore  Carlo Daldoss, che ha scatenato una tempesta di polemiche, mira a rafforzare il ruolo di questi organismi sovracomunali, soprattutto in due campi: gli investimenti e il costo dei servizi. Piazza Dante punta ad assegnare alle Comunità molto di più dell'attuale quota del 30% dei trasferimenti per investimenti e spinge perché le gestioni associate portino ad un calo dei prezzi dei servizi per il cittadino

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Comunità di valle, adesso si cambia

Intervenire con il bisturi e non con il seghetto elettrico, ma intervenire. La correzione chirurgia delle Comunità di Valle (enti intermedi voluti dall'ex governatore Lorenzo Dellai e disegnato dall'assessore Mauro Gilmozzi) è considerata indispensabile da parte delle forze politiche di maggioranza, quel centro sinistra autonomista guidato oggi dal presidente Ugo Rossi (Patt), che in campagna elettorale ha difeso l'impianto istituzionale (e oggi Gilmozzi siede ancora con lui in giunta provinciale). «Unione di comuni, la vera soluzione» era il titolo dell'editoriale del direttore Pierangelo Giovanetti (qui)