Terremoto tra Turchia e Siria: quasi cinquemila morti accertati, continuano le ricerche dei dispersi
Corsa contro il tempo per salvare i sopravvissuti dopo le paurose scosse di ieri, arrivano squadre di soccorso da tutto il mondo. Si teme purtroppo che il numero delle vittime possa aumentare ancora di diverse migliaia. Circa 15 mila per persone rimaste ferite
VIDEO La Scia sismica violentissima fra Turchia e Siria, sfiorata magnitudo 8
ROMA. Aggiornato a il numero dei morti in seguito al terremoto di magnitudo 7.9 che ha colpito la Turchia e la Siria. Il dato ufficiale indica un numero complessivo di vittime salito a 4.890. fra Turchia e Siria. I feriti accertati sarebbero ormai almeno 15 mila.
Intanto il lavoro dei soccorritori continua, si scava alla ricerca di dispersi, mentre purtroppo il numero delle vittime e dei feriti sembra destinato ad aumentare.
Scattata la macchina della solidarietà internazionale, con squadre di soccorso che sono partite anche dall'Italia, già inviati i primi vigili del fuoco.
Aiuti anche da Paesi che sono in difficili rapporti diplomatici con la Turchia, come la Grecia e Israele. Annunciano interventi di soccorso anche Russia, Ucraina, Cina e Brasile.
Secondo l'Oms, il timore è che la conta dei morti possa raggiungere la spaventosa cifra di ventimila.
L'apocalisse si è scatenata ieri, 6 febbraio, alle 4.17. L'oscurità di una notte gelida squarciata dai bagliori dei fulmini e dei cortocircuiti delle centrali elettriche, i boati, il terrore. Per chi ce l'ha fatta, la fuga in strada, sotto la pioggia e la neve, in pigiama, i bimbi in braccio, tra le rovine degli edifici sbriciolati del sisma di magnitudo 7.8 che si è abbattuto sulla Turchia meridionale e sulla Siria settentrionale con la potenza di 130 bombe atomiche, mille volte più forte del terremoto di Amatrice del 2016. Chi non ce l'ha fatta è morto nel sonno, sotto le macerie di una casa divenuta tomba.
Tre le scosse registrate subito dopo la prima, in rapida successione alle 2.28, 2.36 e 2.58 ora italiana con magnitudo rispettivamente 5.6, 5.2 e 5. Di nuovo alle 11.24 una scossa di 7,5 a quattro chilometri a sud-est di Ekinozu, a circa 200 chilometri dall'epicentro della prima scossa. Almeno 120 le scosse di assestamento.
Una serie sentita anche in Libano, Grecia, Israele, Cipro, fino alla Groenlandia. Disastrosa la situazione anche in Siria. Colpita Aleppo, città martire della guerra civile. Rasi al suolo i campi profughi al confine con la Turchia, dove almeno tre milioni di sfollati avevano già bisogno di tutto. La devastazione rimbalza sulla rete con i video di edifici che dopo le scosse collassano e si accartocciano su se stessi, come a Malataya, nell'Anatolia orientale. Sbriciolato il castello di Gaziantep, patrimonio Unesco.
Ad Adana, nel sud della Turchia a un centinaio di chilometri dall'epicentro, il sindaco ha annunciato anche il crollo di due palazzi di 14 e 17 piani.
Piangono i soccorritori quando estraggono una bimba e un maschietto vivi e illesi dalle macerie di un palazzo. A Gaziantep i pazienti di un ospedale si sono messi in salvo aggrappandosi «l'un l'altro per aiutarsi», sotto la pioggia, in pigiama e con le infradito, ha raccontato un uomo.