Produzione di mele: Golden in difficoltà I consumatori cercano altre varietà
Produzione 2017 dimezzata e remunerazioni per le Golden raccolte nell'autunno 2016 e immesse sul mercato ancora in difficoltà, con una media che alla fine della stagione commerciale vedrà raggiungere una cifra attorno ai 35 centesimi al chilogrammo. L'assemblea di Apot ha fatto il punto sulla situazione del settore.
L'associazione, che rappresenta il 90% dei produttori trentini, ha chiarito come gelate e grandinate abbiano ridotto alla metà il prodotto che si potrà commercializzare d'ora in avanti. Mentre sulle circa 500.000 tonnellate raccolte nel 2016 e che si stanno vendendo tuttora la situazione vede remunerazioni tra 25 e 45 centesimi al chilogrammo e, soprattutto, un premio maggiore per le nuove varietà, come Gala o Pink Lady, mentre soffrono anche quest'anno, confermando una tendenza degli ultimi anni, le Golden. La varietà più coltivata in Trentino, e che ha la sua terra d'elezione in val di Non, verrà nei prossimi 5 anni sostituita in parte affinché si scenda attorno al 40% della sua incidenza sulla produzione totale, mentre oggi si è attorno al 60%.
«Da alcuni anni - spiega il presidente di Apot Ennio Magnani, riconfermato dai soci in assemblea - notiamo uno spostamento del consumatore dalle Golden a altre varietà come le Gala, ad esempio. Per rimanere competitivi sul mercato abbiamo presentato un piano di rinnovo varietale da attuare in 5 anni e che permetterà di ridurre l'incidenza delle Golden».
Le riflessioni e i dati sono arrivate nel corso della ventisettesima assemblea dei soci Apot, con il rinnovo delle cariche per il triennio 2017-2020. Il direttore Alessandro Dalpiaz ha brevemente commentato la campagna commerciale precedente 2016/2017, caratterizzata per diversi mesi da condizioni difficili nei trend di vendita e nella remunerazione del prodotto ma con una ripresa a partire da maggio 2017. Le liquidazioni medie saranno tra 25 e 45 centesimi al chilogrammo, con una remuneratività ad ettaro - considerato lo scenario generale - mediamente soddisfacente, ha chiarito Dalpiaz.
In questo contesto si sono distinte positivamente le varietà di introduzione più recente. Per la stagione 2017/2018 lo scenario è nettamente diverso, con un volume di produzione di 217.779 tonnellate, quasi la metà rispetto alla produzione ordinaria di circa 500.000 tonnellate.
Anche per ciò che concerne quella che viene chiamata «altra frutta» (susine, ciliegie, fragole, lamponi, ribes, more, mirtilli, uva spina, kiwi) il consuntivo della raccolta è in flessione: 6.648 tonnellate, contro le 7.465 del 2016. Magnani ha evidenziato la riforma di alcuni punti della politica agricola comunitaria, con interesse sui temi dell'assicurazione, della Ocm Ortofrutta e della concorrenza, l'attenzione costantemente alta sulle patologie, come scopazzi e cimice orientale. Un obiettivo fondamentale è la costruzione di un modello più avanzato di collaborazione tra i Consorzi del Trentino e dell'Alto Adige e la sostenibilità delle produzioni.
Confermata infine la necessità di consulenza tecnica da parte della Fondazione Edmund Mach, una sinergia che è confluita in uno specifico contratto per il triennio 2016-2018 ma a cui si guarda anche alla futura evoluzione. «Oggi è assolutamente importante sviluppare conoscenza e alleanze, dialogare con le istituzioni e portare avanti in maniera decisa ma anche motivata i problemi e gli interessi dei frutticoltori - sottolinea Magnani - I primi risultati si vedono nel nuovo livello di cooperazione tra Melinda e La Trentina, un accordo che apre concreti orizzonti per ulteriori evoluzioni non solo a livello Trentino ma nella logica prioritaria del "distretto frutticolo regionale", che potrà darci il respiro e la forza per competere veramente ad alti livelli nei modelli di mercato mondiale».