Pesticidi, la Provincia deve adeguarsi al Piano nazionale Entro il 26 novembre i nuovi criteri d'uso più restrittivi
Fitofarmaci, ambiente e salute. Tema assai sensibile. Da Nave San Rocco, dove hanno costruito la scuola materna in mezzo alla campagna e una mamma s'è rivolta alla procura della Repubblica per fermare la deriva chimica, alla val di Non, dove i comitati per la salute combattono da anni, ma solo qualche Comune sensibile, come Malosco, ha adottato regolamenti restrittivi.
Fatto è che lo stato dell'ambiente è una delle determinanti decisive della salute, come indica il Piano provinciale della salute in corso di elaborazione. Quanto il tema sia caldo lo rivela per altro il Piano tutela della acque adottato in via preliminare dalla Provincia lo scorso settembre, che indica i nove corpi fluviali in «stato non buono», dove c'è il superamento della concentrazione massima ammissibile del fitofarmaco Clorpirifos, come nel rio Sette Fontane, in val di Non.
Ebbene, la Provincia è ora chiamata a dare attuazione al «Pan», il Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Lo schema di delibera attuativa è stato illustrato ieri al «Cal», il Consiglio delle autonomie locali, da Renato Martinelli del Servizio agricoltura. Il «Pan» prevede sette diverse «azioni», in buona parte già attuate in Trentino, ma che necessitano di essere affinate: formazione; informazione; controllo funzionale delle macchine irroratrici; misure specifiche per la tutela dell'ambiente acquatico, delle aree naturali protette e di aree specifiche frequentate dalla popolazione; manipolazione e stoccaggio dei prodotti fitosanitari e trattamento dei relativi imballaggi e delle rimanenze; difesa fitosanitaria a basso apporto di prodotti fitosanitari (un'azione, la irrorazione area, per altro vietata, non interessa il Trentino).
Il decreto che nel gennaio 2014 ha approvato il «Pan», per dare attuazione alla direttiva della Comunità europa del 2009 sull'«uso sostenibile dei pesticidi», per la formazione, ad esempio, stabilisce nuovi criteri che saranno in vigore dal prossimo 26 novembre: formazione obbligatoria per utlizzatori professionali, venditori e consulenti (una novità). I patentini saranno rilasciati dopo un corso di 20 ore (per gli utilizzatori professionali, con esame finale), non di 8, com'è adesso. Senza abilitazione, scatta la sanzione: da 5 mila a 20 mila euro. L'idea è ovviamente quella di coinvolgere, nella formazione, la Fondazione Edmund Mach.
Ma è il concetto di «in prossimità» (le distanze) quello più in discussione. Per definirlo, la Giunta provinciale dovrà nei prossimi mesi aggiornare la delibera n. 1183 del 2010. Definire quindi puntualmente i siti in cui applicare le disposizioni, quantificare le distanze e stabilire le modalità di segnalazione dei trattamenti. Il «Pan» fissa, per le distanze dai luoghi come scuole, ospedali, parchi e pertinenze, in caso di uso dei prodotti più tossici, almeno 30 metri, che diventano 10 se si impiegano mezzi tecnici che riducono la deriva.
Il sindaco di Mori, Roberto Caliari , ha posto ieri il problema subito dai produttori biologici le cui coltivazioni confinano con quelle in cui si usano fitofarmaci. «Posto che vale il principio che nessuno può inquinare l'appezzamento del vicino» ha detto Martinelli «si potrebbe nella futura norma considerare le aree a coltivazione bio come siti sensibili, alla stregua di piscine, scuole, abitazioni». Su suggerimento di Sergio Menapace , presidente della Comunità della val di Non e vicino alle ragioni dei frutticoltori, è stata anche accolta l'idea di posticipare la delibera di attuazione rispetto al termine fissato, il prossimo giugno, mese in cui si è nel picco dei trattamenti.
In generale, per sindaci e presidenti di Comunità di valle, che hanno espresso parere positivo sullo schema di delibera, l'importante è che ci siano criteri uniformi sul territorio provinciale. «Un agente della polizia locale associata» ha evidenziato il sindaco di Pergine, Roberto Oss Emer, «non può trovarsi davanti un regolamento diverso ogni volta che interviene in un altro comune».