Borgonovo Re rilancia: meglio un nuovo ospedale regionale
«Se tornassi indietro rifarei tutto, o quasi, quello che ho fatto nei 21 mesi da assessore. Cercando, però, di comunicare meglio con i cittadini per far capire quelli erano, e che sono ancora oggi, i miei progetti per riqualificare la sanità trentina».
Donata Borgonovo Re parla davanti ad una ventina di persone nella sala polifunzionale di Novaledo. Lo fa, come ricorda lei, da assessore emerito ma con le idee ben chiare.
A partire dal Not: «Fin che porterà quel nome, credo che il nuovo ospedale non sarà mai realizzato. L'ipotesi di Mattarello a me non piace, l'ho detto in tutte le salse, è una soluzione che, così come pensata, non è né carne, né pesce. Il Centro di Protonterapia in via al Desert a Trento era stato pensato proprio lì anche per vicinanza al nuovo ospedale: se ora lo si vuole fare a Mattarello, che senso ha avere delle ambulanze che vanno avanti indietro da una struttura all'altra?».
Donata Borgonovo Re va a ruota libera: «Ma allora - incalza il consigliere provinciale del PD - perché non pensare a una terza ipotesi? Perché non dialogare con l'Alto Adige per realizzare, magari a Salorno, un nuovo ospedale di eccellenza regionale? Una struttura ad alta specializzazione, in grado di servire anche il vicino bacino Veneto?». Niente più Trento, men che meno Mattarello, il nuovo ospedale di eccellenza regionale potrebbe sorgere a Salorno, in posizione baricentrica anche rispetto ad alcune vallate.
Si parla del Piano di miglioramento sanitario, dell'attività programmata per i reparti di chirurgia degli ospedali periferici e dei punti nascita: «A Borgo è stato chiuso nel 2006, ma già dal 2002 era stata decisa anche la chiusura dei reparti di Riva del Garda e Tione. Sappiamo tutti come è andata a finire. Purtroppo la discussione, anche sui territori, è stata fatta per la chiusura dei punti nascita e non sulla qualità e la trasformazione del servizio».
È stato così anche per Borgo. «Più volte mi sono confrontata con il sindaco Fabio Dalledonne cercando di fargli capire, inutilmente, che non c'era nessuna intenzione di trasformare il San Lorenzo in un cronicario. Nei decenni le esigenze sanitarie sono cambiate, sia dentro che fuori l'ospedale, e sui territori ora ci si deve occupare anche del cosiddetto ultimo miglio».
Tre ore di dibattito, per l'esponente del Pd che non si sottrae al confronto. Si parla di sanità, del servizio di prossimità, dell'ospedale di Mezzolombardo, di Villa Igea ma anche del percorso pre e post parto attivato (ma solo dopo 8 anni di attesa) in Bassa Valsugana. C'è chi chiede informazioni sull'autocertificazione dell'Icef e, visto che siamo a Novaledo, si parla anche della Menz & Gasser e del progetto del nuovo impianto a biomassa (box a destra) . «Oggi sono più motivata che mai ad andare avanti. A continuare a fare politica, non fuori ma dentro il Partito democratico».
C'è da recuperare un rapporto con i territori, con tanti elettori sempre più delusi dalla politica. Delusi anche dal Pd. A breve partirà il progetto «CiVa» che vedrà il gruppo del Partito Democratico provinciale impegnato ad analizzare il rapporto tra la città (Ci) e le valli (Va) trentine.