Marmolada, valanga devasta il rifugio Pian dei Fiacconi Non ci sono danni alle persone
Avrebbe dovuto riaprire a breve per la stagione invernale il rifugio di Pian dei Fiacconi, sommerso e distrutto da una grande valanga che si è staccata dal versante trentino della Marmolada. Scampato pericolo quindi per i numerosi scialpinisti che sono soliti raggiungere la struttura che si trova a 2.626 metri di quota a monte dell’impianto di risalita, la cui stazione, dismessa e chiusa da un anno, è stata a sua volta distrutta.
Per fortuna le forti nevicate degli ultimi giorni, e il conseguente alto rischio di slavine, ha convinto gli scialpinisti ad evitare escursioni in quota.
La valanga, con un un fronte molto ampio di quasi 600 metri, da una prima ricostruzione si è staccata da Punta Penia, posta a 3.343 metri, presumibilmente nella giornata di ieri ed è stato notata dall’equipe di un elicottero in sorvolo che, sempre nel tardo pomeriggio di ieri, ha poi lanciato l’allarme. Il Soccorso alpino dell’alta val di Fassa ha inviato immediatamente una squadra per verificare che non vi fossero auto nel parcheggio a valle e dunque scongiurare l’eventuale presenza di escursionisti.
Constatato che non vi erano auto e che alle forze dell’ordine non risultava nessuna segnalazione di scomparsa, la squadra ha fatto rientro ed è poi ripartita all’alba di stamane per verificare sul posto la situazione e confermare l’assenza di persone coinvolte. Il soccorso alpino ha comunque constatato che il rifugio era sommerso dalla neve, con danni molto ingenti.
Sul posto è arrivato per un sopralluogo anche il gestore Guido Trevisan. «La situazione è disastrosa, c’è metà rifugio distrutto e metà è da demolire». «Ritengo che il distaccamento si sia verificato probabilmente non ieri ma prima, ma comunque a questo punto non ha nemmeno troppa importanza», aggiunge Trevisan. In un primo momento sembrava che anche il rifugio Ghiacciaio fosse stato investito dalla slavina ma, come spiega lo stesso Trevisan, a seguito di un sopralluogo la struttura parrebbe al momento non aver riportato danni significativi.
Non è la prima volta che una valanga danneggia gravemente un rifugio di alta montagna. In anni particolarmente ricchi di neve il pericolo slavine non è da sottovalutare, neanche per strutture ‘antichè. Nel febbraio 2014 toccò al rifugio Petrarca all’Altissima, mèta per escursionisti di alta quota tra le valli Passiria e Senales, in Alto Adige. Già nel 1931 una slavina lo aveva distrutto.