Gli occhiali dei Top Gun sono nostri
Esternalizzazione addio! A dirlo, ma soprattutto a farlo, è Luxottica che, unico caso in Italia, riporta a casa le produzioni a suo tempo spostate in Oriente perché costava meno il lavoro. Adesso, invece, ha deciso di imbarcare gli occhiali Ray Ban realizzati in Cina e traferirli a Rovereto dove sarà concentrata la merce poi venduta negli «stores» statunitensi. È uno dei passaggi forti del contratto integrativo (78 pagine di accordo) firmato dai sindacati ieri mattina (dopo 21 ore di discussione) con l’azienda di Leonardo Del Vecchio. Ed è stato lo stesso patron ad annunciare il rientro in patria degli stabilimenti cinesi.
I meriti, ovviamente, sono della nuova tecnologia introdotta nella fabbrica di viale Caproni (l’unica a disporre di una saldatrice automatica ad altissima precisione) e pure dei dazi imposti da Donald Trump. Gli occhiali cinesi targati Luxottica, infatti, sono rivolti al mercato «a stelle e strisce» ma con le nuove gabelle è più conveniente produrli in Vallagarina e poi esportarli oltre Atlantico. Tanto più che da noi si assicura pure una maggiore qualità. Avanti, dunque, con una marcia... indietro rispetto all’«orientizzazione» produttiva e nuove prospettive occupazionali per l’industria roveretana.
Al di là dell’assunzione in blocco dei 1.150 interinali nelle fabbriche agordine, il contratto firmato ieri punta su Rovereto come il sito più tecnologico del gruppo. Saranno concentrati qui, infatti, gli investimenti su macchinari e robot per il confezionamento degli occhiali. Tradotto in buste paga, significa nuovi contratti da subito a giovani ingegneri per sviluppare il salto di livello «tech» e, quando i volumi d’affare, come previsto, cresceranno, ampliamento dell’organico della manodopera, operai insomma.
L’accordo siglato con le organizzazioni sindacali, poi, integra il contratto nazionale dell’occhialeria con misure che riguardano non solo gli aspetti economici ma anche l’organizzazione del lavoro, la partecipazione diretta dei dipendenti alla vita aziendale (tramite specifici comitati e nuovi strumenti digitali), un piano di azionariato diffuso, un nuovo premio di risultato oltre a novità nell’ambito del sistema di welfare aziendale del gruppo, già oggi tra i più innovativi al mondo.
Soddisfatto il delegato della Cisl Antonio Bussola. «È un buon contratto che conferma gli ottimi rapporti tra sindacati e azienda. Da tempo la società ha puntato sulle relazioni con i rappresentanti dei lavoratori evitando di andare allo scontro. A livello di gruppo il dato forte è la stabilizzazione degli interinali dell’Agordino grazie ad un part time incentivato con mesi a sei ore e altri a otto per turno. Per quanto riguarda Rovereto ci saranno grossi investimenti tecnologici, macchine per saldature automatiche per esempio, che saranno installate solo qui. Noi saremo la fabbrica con più tecnologia e che, di conseguenza, riceverà più commesse».
Con i robot non c’è il rischio di sostituire l’operaio? «No, abbiamo avuto ampie rassicurazioni sul fatto che l’organico non si tocca. Anzi, sarà ampliato. Per il momento si assumono ingegneri per concretizzare il salto di qualità e l’ammodernamento della fabbrica ma con maggiori produzioni ci sarà inserimento di nuova manodopera».
E il ritorno dalla Cina? «È una scelta di Leonardo Del Vecchio in persona. Avendo alzato i tassi Trump, per Luxottica esportare in Usa costa di più. Penso a Ray Ban: Rovereto è l’unico stabilimento specializzato tecnologicamente per la saldatura».
L’altro capitolo forte, che è da tempo il fiore all’occhiello di Luxottica, è il welfare. «Sarà allargato con l’istituzione di un gruppo di lavoro per stare bene in fabbrica: valutazione dei rapporti tra azienda e lavoratori, ergonomia, orari, gestione dei reparti. Saranno potenziate anche le altre voci: libri di testo e tasse universitarie per i figli, visite mediche gratuite per i dipendenti, check up medico per gli over 40 a carico dell’azienda».