Il Natale speciale di otto fratelli roveretani che, insieme, raggiungono gli 800 anni
I Miorelli, otto fratelli su dieci, ogni anno festeggiano la notte santa ricordando i genitori (Giuseppe e Agnese) che in 18 anni hanno allargato la famiglia, sempre unita. I «ragazzi» viaggiano tra gli ottanta e i cento anni, ma si ritrovano sempre un rito che conferma il significato di famiglia
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ROVERETO. Un Natale in famiglia, come si conviene. E in tanti, per dire: otto fratelli su dieci (due sono passati a miglior vita) che da sempre si trovano per festeggiare. E che, occhio, hanno quasi 800 anni tutti insieme, tanta roba. Qualcuno potrebbe sostenere che è una storia come tante e, forse, avrebbe ragione. Meglio, sarebbe giusto se parlassimo del secolo scorso, quando le famiglie numerose erano una consuetudine.
Oggi non è più così, si preferisce passare il tempo smanettando con il cellulare e i saluti - con tanto di abbracci e baci sulle gote - sono stati sostituiti dai «like» su Facebook o altri social network. Il futuro, d'altro canto, è già iniziato. Il mondo moderno, in fin dei conti, è ormai questo. Tanto da far diventare una notizia un pranzo familiare, di persona per intenderci, con le pacche sulle spalle e i lucciconi agli occhi. Roba da giurassico per tanti ragazzi nativi digitali. E i Miorelli sono l'eccezione che conferma la regola.
Gli otto fratelli (come detto erano in dieci, equamente divisi per genere) ogni anno anno si trovano al desco per scambiarsi gli auguri. Poco importa se i capelli, dove ci sono, sono grigi perché gli occhi sono sempre quelli di fanciullo. Tutto parte dai nonni, Giuseppe Miorelli e Agnese Cescatti, che nel 1926 hanno detto «sì» all'altare. E nel giro di 18 anni hanno allargato la famiglia. Gente semplice, intendiamoci, contadini come molti altri in quel secolo breve che ha fatto resistere gente forte, sorretta da valori umani e cristiani che nel tempo si sono persi.
Quel rito natalizio, ammirando l'albero amabilmente addobbato tutti insieme, non è mai stato archiviato. E così, la Vigilia di Natale, i fratelli rimasti in vita si ritrovano, con figli e nipoti al seguito, per dimostrare che il concetto di famiglia non è un lemma da dizionario ma una cosa sincera, viva, pulsante. E non stiamo parlando di giovincelli visto, tutti insieme, hanno la bellezza di 768 anni. Angelina, per capirci, è nata nel 1928 ed è ancora quella che «dirige» la festa. Con lei, chiaramente, ci sono gli altri fratelli: Luigi che ha 93 anni, Annamaria che si porta benissimo le sue 90 primavere, Valeria la segue con 88 anni e poi, via via, gli altri: Giacomo 87 anni, Domenico 86, Roberto 81 e infine la «cucciola», Daniela che ha «solo» 78 anni.
Anche quest'anno, insomma, sarà una tavolata di sorrisi e ricordi. Soprattutto pensando ad Agnese e Giuseppe, una vita passata tra campagna e bestie ma senza padrone, senza un datore di lavoro. Un'esistenza, quella dei coniugi Miorelli, trascorsa con l'amore domiciliario e una casa piena di «boci», coltivando campi e allevando bachi da seta. E, attenzione, riuscendo a sfamare tutti, magari senza fronzoli ma con il piatto pieno e l'abbraccio che non è mai mancato. Allora come oggi.Ad alcuni questa storia sembrerà banale ma non lo è affatto. Soprattutto in un'epoca di egoismo ed egocentrismo. I Miorelli sono un esempio, di affetto e semplicità che aiuta a superare gli ostacoli. Una storia di Natale, appunto, di quello di una volta, sincero e sentito.