Uil: «I dipendenti pubblici non sono dei fannulloni»
A parlare così è Silvia Bertola, sindacalista della Uil - Funzione pubblica, che ha letto con fastidio la ricetta del presidente degli artigiani per la «rinascita» del Trentino, fatta di tagli drastici all'apparato pubblico per non andare a fondo. E aggiunge: «In Trentino c'è poco privato e poco investimento perché finora ha fatto comodo anche agli imprenditori e agli artigiani avere le sovvenzioni della Provincia»I tuoi commenti
TRENTO - «Quella di De Laurentis (nella foto a destra) mi sembra una lettura abbastanza fantasiosa. Non credo che la soluzione di tutti i mali sia introdurre il licenziamento nel pubblico. A parte il fatto che si può già licenziare, per motivi disciplinati, e ci sono processi di riorganizzazione in cui le persone vengono spostate. Il problema è che se si vogliono dei servizi efficienti, e in Trentino tutti riconoscono che lo sono, il personale è necessario. Tagliare cosa significa: chiudere le case di riposo e non dare più assistenza agli anziani? O chiudiamo le scuole nelle vallate e diciamo che i bambini devono farsi 40 o 50 chilometri?». A parlare è Silvia Bertola, sindacalista della Uil - Funzione pubblica, che ha letto con fastidio la ricetta del presidente degli artigiani per la «rinascita» del Trentino, fatta di tagli drastici all'apparato pubblico per non andare a fondo.
La rappresentante della Uil contesta a De Laurentis il messaggio che quelli che lavorano negli enti pubblici sono troppi e fannulloni: «Io dico che non è così e, ripeto, se ci viene riconosciuto in tutta Italia un buon livello di servizi è chiaro che ci vogliono le persone che li fanno funzionare. Se la scelta è ridurli c'è un prezzo da pagare».
La critica al mondo dell'imprenditoria: «In Trentino c'è poco privato e poco investimento perché finora ha fatto comodo anche agli imprenditori e agli artigiani avere le sovvenzioni della Provincia. Non nascondiamocelo. Ma ora i tempi sono cambiati. Tutti faranno sacrifici ma non li deve fare solo il pubblico. Tra l'altro con le aziende che chiudono e la cassa integrazione se non ci fossero i dipendenti pubblici la situazione sarebbe stata molto più drammatica».
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