La «Rivoluzione dei cestini» a Trento: se il centro ne perde la metà, sono sempre meno nei quartieri
Tanti in ztl. La perplessità della Circoscrizione: «Passiamo da 160 a 85, e non si capisce quale sia la regola». Via i contenitori da parcheggi e fermate degli autobus
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TRENTO. La rivoluzione dei cestini arriva in centro storico e la Circoscrizione già preoccupata. Un po' per quel che accadrà in centro, dove in tanti ormai si sono abituati a mangiare da asporto e faranno fatica a buttare il cartone della pizza al taglio nelle bocchette piccole, un po' perché la periferia della circoscrizione, denuncia ora il presidente Claudio Geat, è maltrattata dal nuovo piano di cestini. «Ne verranno installati moltissimi in centro storico - questa la lamentela - ma dalle altre parti sono praticamente dimezzati. Passeremo dai 160 cestini di adesso ai futuri 85, con regole che non capisco».
Si riferisce al contratto di servizio tra Dolomiti Ambiente, che prevede di evitare di mettere cestini alle fermate degli autobus, fuori dalle tabaccherie, nei parcheggi, nelle aree esterne ai cimiteri. Insomma, dove ci si immagina che servano di più, denuncia Geat. Nelle altre circoscrizioni, che i nuovi cestini - e la razionalizzazione conseguente - li hanno visti arrivare ormai parecchio tempo fa, assicurano che serve tempo ma ci si abitua, senza avere una città per questo più sporca: sia a Gardolo che in Clarina, per dire, i presidenti assicurano che con necessarie modifiche, si può trovare la quadra.
Ma questo non toglie le preoccupazioni della circoscrizione Centro, che ritiene insostenibile la drastica riduzione di cestini fuori dal centro storico.Sui cestini il dibattito è aperto da tempo. Il punto è se per avere una città pulita ne servano tanti o pochi e le scuole di pensiero sono diverse. A Tokyo e in generale in Giappone, dove la strada è più pulita di un giroscale medio italiano, i cestini quasi non esistono, per dire. Però loro sono giapponesi, non italiani. Difficile immaginare che quel sistema possa essere replicato da noi con il medesimo risultato. Infatti i cestini rimangono. Il punto è dove.
«Ci hanno mandato il piano di razionalizzazione -spiega Geat - io capisco il principio: bocche strette e un cestino ogni 150 metri, così la gente non butta l'immondizia indifferenziata nei cestini. In linea teorica può funzionare, e in futuro funzionerà sicuramente. Ma oggi, dove spiace constatare una maleducazione crescente, non è così. Infatti in centro storico, dove vogliamo che sia tutto bello per i turisti, i cestini saranno anche più di prima. Appena si esce dal centro, però, diventeranno rarissimi.
Ai Solteri, a Piedicastello, a Cristo Re, pochissimi. Saranno tolti dai parcheggi e dalle fermate degli autobus, ma un cittadino medio si chiede qual è il criterio. Il centro storico, dove ci sono i turisti, deve essere pulito con i miei soldi, e casa mia no, sempre con i miei soldi. Chiederemo delle modifiche, per lo meno per quel che riguarda le fermate più importanti dei mezzi pubblici».
Ma altrove com'è andata? A Gardolo, che all'epoca fu la prima circoscrizione, c'è voluto un po', ma si trovano bene. «In tutto ne hanno installati 200, all'epoca. Noi abbiamo chiesto delle modifiche - chiarisce la presidente Gianna Frizzera - in particolare alla fermata di via Soprasasso e in altri punti critici. Noi siamo stati fortunati perché abbiamo lo spazzino di quartiere, quindi avevamo un feedback immediato e quotidiano. Mi aspettavo di trovare borse abbandonate al piede dei cestini, non è successo. All'inizio, sì. Ma dopo poco, non è più accaduto. E adesso direi che abbiamo un quartiere pulito».
Ed è la medesima esperienza quella che racconta Errico Di Puppo, presidente in Clarina: «Anche noi ne avevamo meno, circa il 20% in meno. All'inizio abbiamo avuto qualche problema, sì. Trovarsi i cestini a distanza di qualche metro in più ha causato disagi. Ma in collaborazione con Dolomiti Ambiente siamo riusciti a spostare alcuni cestini, anche se è sempre difficile andare in deroga al regolamento. Adesso non abbiamo più grandi lamentele».
Rassicurazioni che non bastano a tranquillizzare il presidente Geat, che sul fronte rifiuti ha a che fare con più di un problema. Il più grave, la campana a nord dell'Autosilo. Più che una campana dei rifiuti, un angolo di degrado ad un passo dal centro città e vicino a dove i turisti parcheggiano l'auto. «Da qualche giorno è stata eliminata la campana davanti al palazzo Roccabruna, può essere collegato, può dipendere dall'inciviltà, oppure dal fatto che serve svuotare più spesso: dobbiamo capirlo».