Accoglienza profughi: Vallagarina lasciata sola dal resto del Trentino
«Nell'accoglienza dei profughi la Vallagarina non può essere lasciata sola». Il presidente della Comunità della Vallagarina Stefano Bisoffi rilancia l'appello dell'assessore provinciale Donata Borgonovo Re. «I numeri sono eccessivi per la risposta del basso Trentino - continua il numero uno di via Tommaseo - ed il problema non è solo nostro, ma di tutta la provincia.
Tutti hanno il dovere di mettersi una mano sul cuore. Ed invece, a parte la Vallagarina e la città di Rovereto, nessun altro territorio si è mosso».
Impossibile dire se l'appello di Bisoffi avrà un seguito. Ad oggi le esortazioni analoghe da parte di Piazza Dante non hanno portato risultati. Una debolezza politica tanto più grave perché ogni giorno che passa senza che un Comune o una Comunità di Valle si facciano avanti per dire «possiamo ospitarne noi qualcuno» 90 persone sono costrette a vivere nei container in lamiera del centro di addestramento della Protezione Civile di Marco.
Una condizione che peraltro, pur se per magia arrivasse domani una pioggia di offerte, non potrà essere appianata in un baleno. Perché prima di spostare i profughi negli alloggi messi a disposizione da Comuni lagarini, Rovereto compresa (anche se ad oggi l'unica destinazione messa nero su bianco è quella di un appartamento ad Avio: due posti) è obbligatoria una serie di verifiche preventive. Dalle dotazioni di mobilio alle utenze. La burocrazia non conosce confini.
Così i 90 ragazzi di Marco resteranno a Marco. Sempre che nel frattempo non giunga al prefetto la telefonata del ministero dell'Interno (che mediamente avvisa i territori con 24 ore di anticipo) per preannunciare l'arrivo degli altri 150 profughi che spettano al Trentino, come recentemente stabilito dal Viminale.
Nel frattempo, a parte alcune clamorose provocazioni, l'unico fronte a muoversi è quello interno alla Comunità della Vallagarina e della città di Rovereto. Di ieri la notizia della messa a disposizione da parte del consiglio pastorale di San Marco e della Sacra Famiglia di un appartamento sopra all'oratorio Rosmini. Un alloggio per circa dieci persone.
Un passo contro corrente rispetto alla politica del resto del territorio provinciale, che resta beatamente silente. «A frenare sono le paure in vista delle prossime elezioni» ha sintetizzato l'assessore alle Politiche sociali della Comunità Paola Dorigotti, in prima fila in questi giorni per coordinare i progetti d'accoglienza.
Oltre all'opzione aviense (un appartamento per due persone), si aggiungono due appartamenti a Volano, un appartamento a Besenello, un grande alloggio Itea a Pozzacchio; a Mori si guarda ai tre appartamenti che stanno per diventare proprietà della Comunità di Valle. Infine, i due appartamenti di Terragnolo. Se tutti gli appartamenti dovessero superare i controlli di abitabilità del Cinformi, si tratterebbe di una quarantina di posti letto in tutto. Ancora pochi. Ma è quello che la Vallagarina, per ora, da sola, è riuscita ad offrire.