Flor e Ruscitti, ipotesi per la sanità: per il presidente Fugatti resta il nodo principale da sciogliere
In questi giorni il “toto assessore alla sanità” è uno degli argomenti prediletti da molti, tra politici, personale Apss, medici e funzionari del Dipartimento. Se il presidente della Provincia optasse per l’assessore tecnico si infrangerebbe “il sogno” di Claudio Cia
SPINELLI "Assessorato alla Sanità? Bene un manager"
TRENTO. Luciano Flor. Il nome del sessantacinquenne trentino, ex direttore generale dell’Azienda sanitaria e poi numero uno della sanità veneta durante gli anni difficili della pandemia, ora ufficialmente in pensione (l’addio a inizio 2023) sta circolando parecchio anche in Trentino. L’ha tirato fuori anche il medico di famiglia Nicola Paoli, che - in una appassionata difesa del dg Antonio Ferro e dell’assessora Stefania Segnana («Non ci togliete queste figure, ne andiamo tutti fieri») - si è lanciato anche in una sorta di paragone tra lo stesso Ferro e appunto Flor. Al netto dei contenuti del pensiero di Paoli, perché tirare fuori il nome dell’ex dg? E perché proprio adesso?
In questi giorni il “toto assessore alla sanità” è uno degli argomenti prediletti da molti, tra politici, personale Apss, medici e funzionari del Dipartimento. E da quando, come confermato all’Adige da Achille Spinelli, gira con forza l’ipotesi di un tecnico/manager alla guida dell’assessorato più discusso e criticato, ecco che il nome di Luciano Flor è sulla bocca di molti.
Se il presidente Maurizio Fugatti dovesse chiedere consiglio all’amico Luca Zaia, la risposta sarebbe scontata. «Prendilo, è l’uomo giusto», sarebbe più o meno il tenore, visto che la stima di Zaia per lui è nota. Ma il numero uno della sanità trentina, che può contare sulla stima e la fiducia del presidente Fugatti - sarebbe d’accordo? Ci riferiamo naturalmente al dottore/manager/tecnico Giancarlo Ruscitti. Difficile che una personalità forte come quella di Ruscitti sarebbe felice di avere sopra di lui un assessore tecnico altrettanto carismatico.
E se, quindi, il nome giusto come assessore fosse proprio quello di Ruscitti (gira infatti anche il suo nome)? Di sicuro rappresenterebbe un segnale di continuità, aspetto che politicamente a Fugatti non dispiacerebbe. Perché, in fondo, sarebbe una conferma di quanto ha sempre detto: pur in periodi estremamente difficili la sanità trentina ha retto e la crisi non è certo paragonabile a quella di altre regioni. Con Ruscitti assessore tecnico per il Dipartimento basterebbe una semplice promozione di qualche dirigente (magari qualche collaboratore dello stesso Ruscitti) e per l’Apss cambierebbe ben poco, con Ferro - nominato sì da Fugatti, ma evidentemente con il benestare di Ruscitti - che resterebbe al proprio posto.
Una squadra, insomma, totalmente di tecnici, considerando anche l’avvocato Antonio Tita come commissario straordinario del nuovo ospedale. Il ruolo di Ruscitti, inoltre, potrebbe anche essere quello di “consigliere”: vista la lunga esperienza a livello nazionale, sicuramente la sua rubrica del telefonino è ricca di potenziali manager di valore e qualità che potrebbero ricoprire il ruolo di assessore in Trentino. In questa cornice a rimanere con il cerino in mano sarebbe Fratelli d’Italia, che vedrebbe infrangersi il sogno di assessorato di Claudio Cia. Ma quest’ultimo aspetto non sarebbe certo drammatico per Fugatti.