Alzheimer, se il museo diventa una terapia
Un museo che diventa terapia. Ecco l’idea che sta alla base del progetto «T-Essere Memoria», un percorso sperimentale con un gruppo di malati di Alzheimer
Un museo che diventa terapia. Ecco l’idea che sta alla base del progetto «T-Essere Memoria», un percorso sperimentale con un gruppo di malati di Alzheimer
Lo afferma uno studio pubblicato sull'ultimo numero della rivista Neurology, citato nei giorni scorsi da Tiziano Gomiero, docente di psicologia ed esperto in psicologia dell'invecchiamento, in occasione dell'incontro di presentazione del nuovo direttivo dell'Associazione Alzheimer Trento Onlus
Vergogna, paura, disorientamento; un mondo che ti crolla addosso. Solitudine, impotenza, rassegnazione. Ma anche voglia di reagire, di combattere, di non arrendersi a un destino che appare ineluttabile. Ecco cosa succede quando il «signor Alzheimer» bussa alla porta
«Ti ricordi il nome dell'idraulico?». «No, ce l'ho qui sulla punta della lingua. Aspetta un attimo...». E ancora: «Oddio, ma dove sono finite le chiavi della macchina? Le avevo appoggiate qui...». Piccole smemoratezze quotidiane. Storie di ordinarie dimenticanze. A tutte le età, invero. Mica solo per chi ha preso da tempo possesso del regno degli «anta». Ma sono un campanello d'allarme per qualcosa di più serio? E come affrontarle? Sono partiti da questi interrogativi, a Lavis, per avviare un progetto di prevenzione
Nel 2013 in provincia di Trento si sono contati 525 nuovi casi di malati di Alzheimer, che vanno ad aggiungersi agli oltre 7.500 già presenti sul nostro territorio. Tutto questo si traduce in una percentuale che oltrepassa il 7% della popolazione residente. E la situazione si aggrava in rapporto all'invecchiamento progressivo della popolazione: nel 2014 all'anagrafe si contano 134 anziani ogni 100 giovani. In prospettiva, quindi, il numero di soggetti affetti da demenza senile sarà ancora più consistente dell'attuale in quanto l'allungamento della vita favorisce l'insorgenza della patologia