La rabbia dei dipendenti

Whirlpool, questo pomeriggio l'ad, proveniente da Varese, ha incontrato i segretari sindacali e i vertici della giunta provinciale, quella giunta che nel 2007 assegnò alla società statunitense, specializzata nella produzione di elettrodomestici, 45 milioni di euro per il capannone di Spini di Gardolo. All'arrivo in piazza Dante, i responsabili della Whirlpool sono stati contestati dai dipendenti. Confermata la chiusura: indietro non si torna 

Whirlpool, i sindacati: incontro inutile

«L'incontro di stamane con i vertici di Whirlpool Emea è stato del tutto interlocutorio. I manager presenti in Confindustria ci hanno presentato alcuni dati aggiuntivi rispetto a quelli forniti fino a qui dall'azienda, ma questi non sono stati certo decisivi per analizzare i contorni del piano industriale e per comprendere le ragioni che hanno spinto Whirlpool a voler chiudere lo stabilimento di Spini di Gardolo». È il commento del segretario generale della Fiom Cgil del Trentino 

l'Adige

Whirlpool, il commento di Olivi

"Nonostante Whirlpool abbia confermato la procedura di mobilità, l'azienda ha garantito che, nel caso venga raggiunto un accordo con le parti sociali, durante il periodo di due anni di cassa integrazione straordinaria non ci sarà l'interruzione della produzione e non scatteranno licenziamenti". Lo ha annunciato l'assessore all'industria della Provincia autonoma di Trento, Alessandro Olivi

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La delusione della Fiom

"L'apertura della procedura di mobilità alla Whirlpool di Trento era e resta inaccettabile". Così il segretario generale della Fiom Cgil del Trentino, Roberto Grasselli, al termine dell'incontro con i vertici dell'azienda e della Provincia di Trento. "Per questo oggi non abbiamo voluto discutere di un eventuale prolungamento della presenza di Whirlpool a Spini", ha aggiunto

Ora serve nuova cultura industriale

La chiusura della Whirlpool è un punto di svolta per il Trentino, e per il progetto di sviluppo economico che a questa terra si vuole dare. Riguarda le centinaia di lavoratori diretti e quelli dell'indotto per cui andranno individuate appropriate forme di sostegno e di «riconversione». Ma riguarda e investe l'intera comunità trentina, chiamata a rimpossessarsi della sua vocazione «industriale» e imprenditoriale, in maniera modernaI tuoi commenti

Le bacchettate del prof

Michele Andreaus, professore di economia aziendale dell'Università di Trento, dice che la giunta provinciale, prima guidata da Lorenzo Dellai e ora da Alberto Pacher, aveva in mano tutte le carte necessarie per capire, prevedere e intervenire: «Qui si corre dietro alle emergenze. Il problema è che nessuno ha pensato a un "piano B". Non è che dalla sera alla mattina ti inventi un'alternativa di sviluppo»I vostri commenti