Moltrer sotto torchio per lo scandalo dei vitalizi

Mentre i consiglieri regionali perdono tempo e non decidono nulla sulla riforma degli scandalosi vitalizi, le indagini sui privilegi vanno avanti. Ieri il presidente del consiglio regionale, Diego Moltrer, è stato interrogato per tre ore dagli uomini della guardia di finanza, interessati ad approfondire l'iter delle delibere che hanno portato una cascata di milioni di euro nelle tasche dei politiciI vostri commenti

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Vitalizi, continuano le proteste: mutande per i consiglieri

Dopo la notte trascorsa in tenda davanti al palazzo della Regione per chiedere di azzerare tutti i 53 milioni di euro assegnati ai consiglieri regionali o agli ex con la riforma dei vitalizi, i manifestanti di #trentoinpiena hanno accolto questa mattina i politici con una serie di mutande con degli euro stampati. Il movimento promosso dal Centro sociale Bruno e dai sindacati di base chiede che i soldi dei vitalizi vengano assegnati a Università, lotta al precariato nel lavoro e al welfare.Ecco il video girato questa mattina da Globalproject I vostri commenti

«I vitalizi non si toccano»

I telefoni squillano a vuoto. Alcuni sono spenti. Gli ex consiglieri regionali avranno senz'altro da fare. Forse qualcuno si aspetta delle domande sui «vitalizi scandalo»: argomento diventato di grande attualità anche a livello nazionale. Programmi tivù del pomeriggio e talk show serali stanno già puntando i riflettori sull'autonomia speciale e le sue prerogative che, quando si parla di vitalizi, è difficile non chiamare privilegi. E così sono pochi quelli che alzano la cornetta. E quei pochi non sono proprio generosi di paroleIl blog di Paolo GhezziCartelli contro i politiciRossi: ripristinare fiducia con cittadiniGiovanetti: "Restituire i soldi" I vostri messaggi

Ultima legislatura, ai consiglieri una tantum da 210 mila euro

La prima sforbiciata ai ricchi vitalizi della politica fu decisa durante la tredicesima legislatura (2003 - 2008), con effetto sulla quattordicesima (cioè quella conclusa lo scorso ottobre). Ma poi i consiglieri della «quattordicesima», modificarono la precedente normativa decidendo, per non avere tre sistemi previdenziali diversi, di cancellare il vitalizio per «i nuovi» e di fare in modo che venisse loro ritornato tutto quello che avevano versato durante i cinque anni in carica. Si tratta di una somma di 210 mila euro  I vostri messaggi  

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I politici ricchi si difendono «I vitalizi? Ce li hanno dati»

Un mese per mettere a punto una proposta di riduzione cospicua del fiume di denaro destinato alle tasche dei consiglieri regionali. Ugo Rossi, che da ieri è anche il presidente della Regione, ha trovato un'intesa con il collega Arno Kompatscher per un intervento in tempi stretti. Si farà? Vedremo. Intanto c'è qualcuno che alle parole preferisce i fatti. Vincenzo Passerini, già consigliere e oggi presidente della cooperativa Punto d'Incontro, rinuncerà ai 115mila euro che dovrebbe incassare: «Vadano alle famiglie»Nel video Rossi e Kompatscher sui vitalizi d'oro Il blog di Paolo GhezziCartelli contro i politiciRossi: ripristinare fiducia con cittadini I vostri messaggi 

Malossini: è la mia pensione

«Scelta non semplice. Ma l'ho fatto come decisione personale che riguarda contributi che ho versato e che toccano il futuro di quello che è chiamato vitalizio, ma che io chiamo la mia pensione». Mario Malossini, ex presidente della giunta provinciale trentina, tiene a sottolineare come, per lui, l'assegno collegato al vitalizio, ora tagliato, rappresenta quello che per altri è la previdenza  

«Via le indennità? Un tema nazionale»

«Si può sempre migliorare, ma attraverso un percorso legislativo che riguardi tutti: non dimentichiamo che in Trentino siamo già fra i più virtuosi in Italia per l'abbattimento dei costi della politica». Bruno Dorigatti risponde così alla sollecitazione venuta dal senatore e suo compagno di partito Giorgio Tonini (Pd), che di fronte agli attacchi alle autonomie speciali, da ultimo a «Porta a porta», ha invitato Trento e Bolzano a dare nuovi segnaliI tuoi commenti

Ton, sindaco e assessore  rinunciano alle indennità

Sandra Webber è stata costretta a «confessare»: lei e l'assessore Mauro Marcolla hanno deciso di rinunciare totalmente alle indennità loro spettanti. Una rinuncia edificante e silenziosa, venuta alla luce solo casualmente, che arricchisce le casse comunali di una somma non indifferente: 16 mila euro. «Spero si potranno impiegare per la cultura e il sociale», ha detto il sindacoI tuoi commenti